
L’8 giugno di ogni anno dal 1992 si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani, istituita dall’Onu per sottolineare la fragilità dell’ecosistema oceanico e il conseguente stato precario della sopravvivenza di ogni forma di vita sul Pianeta. La grande distesa blu che ricopre circa il 71% dell’intera superficie terrestre è portatrice di benefici essenziali, tra cui ad esempio il rilascio di Ossigeno, l’assorbimento di anidride carbonica o ancora la regolazione del clima.
Si conosce già il ruolo fondamentale ricoperto dagli oceani eppure ogni anno si sono compiuti diversi sforzi al fine di orientare le proprie azioni verso la sua salvaguardia, senza tuttavia risultare effettivamente profittevoli.
Come siamo arrivati a questo punto?
Come mai il tema del World Oceans Day di quest’anno è proprio “Life & Livelihoods”?
“Vita e mezzi di sussistenza”: il 2021 porta con sé un valore aggiunto, che consiste nel far luce a quanto siano sbagliate le pratiche quotidiane che vedono il coinvolgimento degli oceani (lo smaltimento di rifiuti, consumo massivo di pesce, la perdita di habitat costieri) e all’urgente bisogno di intervenire per un cambio di rotta. L’impatto negativo esercitato dalla sola attività umana è circa del 40%.
Gli oceani rappresentano un continuo spunto di apprendimento dei meccanismi ecosistemici. Attraverso la loro popolazione algale, ogni giorno riescono a immagazzinare il 30% dell’anidride carbonica presente in atmosfera, rilasciando il 50% dell’Ossigeno che respiriamo, grazie a particolari processi di fotosintesi.
Le aree verdi del nostro Pianeta non sono le sole a produrre gli elementi essenziali per la nostra sopravvivenza: per ogni respire che proviene dal polmone verde, un altro è offerto dal polmone blu.
In un momento storico in cui stiamo subendo progressivamente e gravemente le conseguenze del cambiamento climatico, questi due polmoni della terra necessitano di essere protetti al fine di poter funzionare in maniera efficace nella riduzione del calore causato dai gas serra e dall’aumento di CO2 prodotta dai combustibili fossili.
Stiamo chiedendo al Pianeta molto di più di quello che può fornirci e soprattutto agiamo senza considerare che le modalità e i mezzi scelti da adoperare costituiscono ciò che può davvero fare la differenza. Pensare di avere a disposizione risorse infinite non ci aiuterà a salvaguardare la nostra sopravvivenza e quella del mondo in cui abitiamo, ma al contrario ci porterà all’estinzione.
Il vero segreto non è tanto provare a rendere apparentemente più sostenibili le azioni svolte, ma cambiare rotta, modificare dalle radici i propri comportamenti e modi di agire.
Se vogliamo che la natura continui a fornire i mezzi di sussistenza per vivere, è logico dover prima di tutto creare le condizioni affinché possa essere in grado di farlo. #AgritetturaforthePlanet