
Centinaia di ricercatori di 124 paesi si uniscono nell’appello all’umanità e ai governi in cui ammettono che non c’è più tempo, è necessario agire subito, prendere provvedimenti immediati prima che l’irreversibilità dei cambiamenti climatici travolga il pianeta (Rivista Bioscience-Greenreport).
I dati che scienziati e ricercatori mettono in evidenza sono allarmanti. Negli ultimi 25 anni si è avuta una riduzione dell’acqua disponibile del 26% per persona, più del 75% del numero di zone morte nell’oceano, la perdita di 121 milioni di ettari di zone boschive e del 29% di specie animali e una crescita del 35% della popolazione a livello globale. Le risorse del pianeta non sono illimitate e il ritmo a cui le stiamo consumando è preoccupante e comporterà il loro esaurimento e/o la loro contaminazione in pochi anni.
L’impegno di Agritettura è studiare e progettare insieme ad architetti e operatori del settore città e metropoli odierne e del futuro con l’obiettivo di stabilire moduli progettuali innovativi nelle ristrutturazioni e negli ampliamenti urbani. Uno dei principi fondanti di Agritettura è sviluppare spazi che sappiano integrare il cittadino che vive e lavora con le sue necessità presenti e future, consapevoli che, a causa del climate change, stanno cambiando radicalmente. Questa è la leva che spinge Agritettura a ripensare e ridisegnare i sistemi produttivi alimentari in modo da rendere la città e il sistema agricolo un tutt’uno inscindibile e perfettamente integrato intorno ai bisogni dell’uomo. Tutto ciò non può essere subalterno a decisioni globali da parte della società politica e civile, deve essere un intento comune, un movimento capace di innescare una controtendenza rispetto all’allarme degli scienziati. Per questo l’attività di Agritettura è costante nell’investire in policy maker, progettisti, enti e autorità affinché via sia un’evoluzione corale verso spazi e sistemi urbani che non solo vengano sviluppati nell’ottica della tutela ambientale, ma diano anche una risposta alla crisi che l’agricoltura tradizionale sta attraversando, a favore di una produzione alimentare equa, sana e disponibile localmente tramite le più moderne soluzioni di agricoltura urbana.
Uno dei problemi principali rilevato anche dagli scienziati e concausa principale del climate change è identificabile infatti nella crescita della popolazione mondiale. Nel 2050 saremo circa 10 miliardi di abitanti contro i 7,7 odierni con prevedibile aumento negli anni seguenti senza sosta, in costante crescita. È chiaro che questo aumento implica un aumento delle risorse che dovrebbe essere proporzionale: più energia, acqua potabile, cibo e quindi terreni coltivabili, terreni edificabili e tutto ciò di cui l’essere umano ha bisogno. Tenendo presente queste tematiche sfamare miliardi di persone è la sfida che già da ora dobbiamo intraprendere. Queste problematiche influiscono anche nelle progettazioni urbane, che necessitano di appropriate ristrutturazioni adeguate ai tempi, prevedendo grazie alle tecnologie, tra i tanti altri servizi, anche nuove soluzioni per la produzione alimentare. Questa crescita incontrollata avviene specialmente nei paesi più poveri dove è inderogabile la necessità di combattere la povertà’, la fame, la malnutrizione, le malattie e la descolarizzazione. In poche parole, sarebbero necessari interventi di pianificazione familiare. Un compito molto complesso, ma non impossibile.
E pensare che il futuro – della società ma anche della stessa agricoltura urbana – sarà nella robotica, nell’intelligenza artificiale e nell’IoT, un mondo iperconnesso, che rischierà di incrementare differenze e disparità, ma auspichiamo che l’evolversi di questa nuova società possa ristabilire comunque una certa equità anche e non solo nell’accesso a queste risorse.
(C) photo Studio Sasaki – “Sunqiao Urban Agricultural District”