
Durante il settimo appuntamento dell’ approfondimento di Sky TG 24 intitolato “Idee per il dopo” con lo scopo di provare a comprendere i cambiamenti che interesseranno la società post Covid-19, si è affrontato il tema del futuro delle città.
Grazie agli interventi dello scrittore e giornalista Tim Marshall, del docente di Architectural Design al MIT Winy Maas e del Ceo dello Studio d’Architettura Gehl, Helle Soholt, il conduttore e giornalista Giuseppe De Bellis ha affrontato e posto quesiti in merito a quelli che sembrano apparire dei nuovi modelli di urbanizzazione che stanno interessando le città in cui viviamo in un contesto di riadattamento post lockdown.
Il primo ad intervenire è stato Winy Maas che riflettendo sulle esperienze passate ha evidenziato come ci si stia avvicinando sempre di più al concetto di integrare nuove concetti di sostenibilità che non riguardino solamente la riduzione di emissioni nocive ma anche aspetti come la produzione del cibo, la ventilazione dentro le città o l’incremento delle aree verdi. All’intervento del collega si aggancia quello del del Ceo dello Studio d’Architettura Gehl che affrontando il tema del rapporto tra metropoli e città evidenzia come il futuro prossimo delle città di certo si concentrerà maggiormente sui concetti di salute e benessere in quanto cardini del concetto di sostenibilità tanto caro alla progettazione moderna, ma più che mai adesso a fine lockdown.
L’urbanizzazione eccessiva e la densità di popolazione in spazi abbastanza ristretti pare essere stato uno dei motivi scatenanti dell’immediata diffusione del virus ma a tal proposito il prof. Maas ha esposto i benefici che l’aggregazione urbana conferisce al benessere della città auspicando che il dramma vissuto non comporti un esodo dalle città, e ha evidenziato come, affinché ciò non accada, è indispensabile che le nostre città diventino più vivibili grazie proprio agli spazi verdi e alla sostenibilità.
Soluzioni interessati in merito ai nuovi contesti urbani e al tema della sostenibilità cittadina non solo in termini ambientali: una corretta riorganizzazione degli spazi pubblici e una nuova pianificazione urbana sono la chiave non solo per l’adattamento e riabilitazione alla vita urbana ma anche la giusta strategia verso il benessere globale.
Quello che emerge dall’approfondimento di Sky TG24 è proprio la necessità della popolazione di sentirsi parte di un tutt’uno con la città ma non perché obbligati da spazi ridotti e caotici, bensì grazie a luoghi di fruizione comuni verdi, produttivi e sostenibili.
Le tecnologie che tanto hanno interessato le nostre città sempre più smart negli ultimi anni, tramite l’emergenza hanno dimostrato di essere a servizio del cittadino creando inclusione e facilitando la vita di tutti i giorni.
Emerge purtroppo il conflitto tra governance e sostenibilità troppo spesso ostacolata da politiche interne agli stati non del tutto aperti alla sostenibilità, ma anche il questo caso le bellezze mostrate dalle città ferme per il lockdown dovrebbero molto far riflettere sulla strada che ancora abbiamo da fare per metterci al passo degli obiettivi ONU, ha spiegato Soholt.
C’è da sperare che ognuno di noi abbia tratto insegnamento dalla recente emergenza attraversata e che le persone imparino nuovi modi di spostarsi nelle città, che imparino nuovi modi di vivere le relazioni sociali, prendendosi cura uno dell’altro, elemento fondamentale per la capacità di recupero sociale nei quartieri.
Dall’incontro, spaziando tra urbanistica, salute, società, politica e finanza, è emerso come anche da una situazione disastrosa come la pandemia è possibile trarre spunti positivi e di progresso per gli individui, partendo proprio dal loro nucleo di aggregazione fondamentale che è la città, perché no utilizzando il concetto di new normal spiegato a fine puntata da Tim Marshall: “Il new normal a breve termine è esattamente quello che stiamo vivendo tutti. Quello che ci attende fra un anno, se tutto va bene, è molto simile alla vecchia normalità e i libri di storia osserveranno tutto questo tempo e saranno in grado di individuare i cambiamenti graduali che noi non vediamo”.
La stimolante intervista di cui sopra riportato in sintesi, centra perfettamente i fondamenti etici e attuativi di Agritettura.
Agritettura ancor prima dell’emergenza Covid-19 si è ingegnata nel trovare soluzioni tecnologiche e produttive per ridisegnare le città in chiave produttiva, rispettando gli obiettivi ONU e analizzando attentamente i contesti di pertinenza per soddisfare al meglio le esigenze di ogni cittadino, promuovendo la sostenibilità e la produttività in città da cui purtroppo le politiche sono ancora parecchio distanti.
La città è per Agritettura un luogo di inclusione in grado di generare profitti diretti di tipo economico e alimentare, ottimizzando le aree a verde e rendendole produttive al fine di soddisfare il fabbisogno alimentare di ogni individuo, ma anche profitti di tipo indiretto grazie al tasso di occupazione previsto dai suoi progetti.
Agritettura difatti si prefigge l’obiettivo di creare spazi sostenibili intorno all’Uomo e ai suoi bisogni.
Per rivedere la puntata o leggere l’intervista che ha ispirato questo articolo: https://tg24.sky.it/cronaca/2020/06/08/coronavirus-idee-per-il-dopo-9-giugno